Lavorare da casa: i costi da tenere in considerazione

In questi mesi, la maggior parte delle aziende e degli impiegati hanno appreso metodi e procedure per lavorare da casa in maniera efficace. Prima della diffusione del Coronavirus, all’interno di molte imprese italiane sia pubbliche che private, la parola smart working era considerata praticamente un tabù.

Pochi ne conoscevano l’esatto significato, nonostante nel nostro Paese esistesse già dal 2017 una legge che riconosce e disciplina il cosiddetto lavoro agile.
Durante questo lungo periodo di lockdown, le imprese hanno scoperto vantaggi e criticità rispetto all’adozione dello smart working. In pochi, però, si sono soffermati sui costi da tenere in considerazione quando si decide di far lavorare da casa un impiegato. Ed è proprio sui costi che concentreremo la nostra analisi all’interno di questo articolo.

Lavorare da casa: cosa cambia

La possibilità di svolgere il lavoro dalla propria abitazione mette i dipendenti nella condizione di gestire meglio gli impegni e le esigenze della quotidianità. Ovviamente, questo vale nel caso in cui vi siano accordi formulati in maniera dettagliata, anche per quanto concerne gli orari di reperibilità.

Lavorare in smart working non deve significare per un dipendente essere disponibile a qualunque ora del giorno e della notte. Vanno, comunque, fissati dei paletti affinché, anche da casa, non venga oltrepassata la soglia di ore lavorative giornaliere o settimanali stabilite dalla legge.

Per il dipendente lavorare in smart working vuol dire principalmente abituarsi ad una concezione del lavoro in cui a fare la differenza non è tanto il numero di ore dedicate al lavoro quanto piuttosto la capacità di raggiungere i risultati attesi e gli obiettivi prefissati.

Per le aziende, invece, instaurare rapporti lavorativi in modalità agile significa fare un investimento sulla fiducia. A fronte del venir meno della possibilità di esercitare un controllo diretto, costante ed in loco sul lavoratore, l’impresa può trarre vantaggi economici e anche produttivi dall’adozione di un approccio flessibile, più attento alle esigenze di ogni singolo individuo cui spetta il compito di ricambiare la fiducia accordata dal datore di lavoro.

i costi dello smart working che spesso vengono dimenticati o non consideratiI costi che non vengono considerati

Ci sono diversi costi a carico del dipendente che raramente vengono considerati quando si affronta il tema smart working in Italia. In primo luogo, un lavoratore che trascorre diverse ore al giorno davanti ad un PC, portatile o fisso che sia, deve sostenere dei costi in termini di consumo elettrico dei dispositivi utilizzati.

Oltre al computer, non dobbiamo dimenticare che per lavorare da casa efficacemente è necessaria una buona connessione. Vanno, dunque, inclusi anche i costi legati all’utilizzo del modem/router. In molti casi, l’impiegato potrebbe già disporre di un modem/router con connessione ADSL.

Possono, però, esservi situazioni differenti. Del resto, dobbiamo considerare che fino a qualche mese fa la maggior parte dei dipendenti era abituata a lavorare in ufficio e a trascorrere poche ore all’interno delle mura domestiche. Alcuni potrebbero, dunque, essere sprovvisti di una connessione veloce in casa, requisito indispensabile per la stragrande maggioranza dei lavori moderni.

Da non sottovalutare, infine, è anche l’usura del dispositivo. Molti dipendenti sono stati costretti, durante il lockdown, a lavorare con device personali e, dunque, non forniti dall’azienda. Questo è un costo di cui raramente si tiene conto ma che, invece, non è da trascurare e che, purtroppo, spesso ricade solo ed esclusivamente sulle tasche degli impiegati.

I risparmi da tenere presente

È indubbio che il lavoro in smart working consenta diversi risparmi, sia alle aziende ma anche ai dipendenti. Cominciamo dalle prime. L’impresa trae benefici di natura economica soprattutto sulle utenze mensili legate al consumo di luce ed acqua. Si tratta di voci che, comunque, giocano un ruolo importante sui costi sostenuti da un’impresa nell’arco di un mese o di un anno.

Per i dipendenti, uno dei principali risparmi è rappresentato dal fatto di non dover percorrere ogni giorno la tratta casa-lavoro. Non tutti gli impiegati hanno la possibilità di ottenere un rimborso sui costi sostenuti per raggiungere il luogo di lavoro, indipendentemente dalla tipologia di mezzo utilizzato (privato o pubblico).

Il minore impiego di carburante o il mancato utilizzo dei mezzi pubblici, oltre a garantire benefici anche dal punto di vista ambientale, permette al lavoratore di cominciare la giornata con maggiore tranquillità, risparmiando l’ansia e lo stress comune a chi ogni giorno deve fare i conti con il traffico cittadino per raggiungere l’ufficio.

Non solo. Si risparmia molto tempo prezioso da dedicare ad altre attività, eventualmente anche al riposo, aspetto che assume un peso specifico enorme, ma molto spesso ignorato, sulla capacità di un dipendente di produrre risultati all’altezza delle aspettative del datore di lavoro.

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